Liceo Scientifico Statale "Galileo Galilei" di Pescara

Il progetto è curato dagli alunni del biennio

Collabora il prof. Vincenzo Esposito

ESPLOSIONE REATTORE NUCLEARE DI FUKUSHIMA. UNA NUOVA CHERNOBYL?

La terra nipponica trema ancora e la paura di un disastro nucleare diventa sempre più reale. Questa mattina - le 15,36 in Giappone -  un'esplosione ha distrutto uno dei quattro edifici che compongono la centrale nucleare giapponese di Fukushima - a 250 chilometri da Tokyo - polverizzando tetto e mura dell'edificio che conteneva uno dei reattori e ferendo quattro dipendenti. Gli abitanti della zona entro un raggio di 20 km sono stati immediatamente allontanati, ma tre persone sarebbero state contaminate dalle radiazioni. I tre si trovavano in una scuola superiore vicino alla centrale con altri 90 sfollati, ora sotto osservazione clinica. Poco dopo l’esplosione, c'è stato un innalzamento dei livelli di radioattività, poi calati. 
Fortunatamente, però,  Gli esperti sono concordi: non è una nuova Chernobil. Il fisico del CNR, Valerio Rossi Albertini analizza la situazione in base ai dati diffusi finora e sostiene che "c’è stato un surriscaldamento dovuto alla mancanza di liquido di raffreddamento che ha prodotto un’esplosione di tipo tradizionale e non di tipo nucleare. Il vapore fuoriuscito si tratta di una sostanza potenzialmente a rischio perché stando a contatto con materiale radioattivo viene a sua volta attivato. Non si tratta però di un rilascio accidentale ma controllato che ha lo scopo di diminuire la pressione per evitare e scongiurare pericoli maggiori". Anche l'Autorità francese per la sicurezza nazionale (ASN) crede sia stata un’esplosione di origine chimica e non nucleare. "Sulla base delle informazioni disponibili, non siamo in presenza di una esplosione nucleare tipo quella di Chernobil ma di una esplosione di origine chimica legata alla presenza di idrogeno", Olivier Gupta, direttore generale di ASN, "Il che non significa che l’esplosione non abbia generato delle fughe radioattive". Per Jean-Mathieu Rambach, ingegnere presso l'Istituto di Radioprotezione e di Sicurezza Nucleare, poi, "l’esplosione di questa mattina non giustifica la gravità della situazione poiché la radioattività misurata non è elevata. Una esplosione del reattore non è ancora esclusa ma non siamo in presenza di una reazione nucleare. Poiché (contrariamente a Chernobyl), i reattori sono stati fermati".

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